Team building

Parlare di team building significa cercare di capire come costruire un team vincente, anche nell’industria delle feste degli eventi. Infatti si può dire che il successo di una ditta che si occupa di organizzare feste e eventi, dipende da tutta una serie di cose, e cioè sia l’abilità nell’esecuzione e sia la creatività, ma soprattutto la forza e la coesione del team.

 Infatti in un settore dove la comunicazione e la collaborazione sono essenziali sarà proprio il fattore legato al building a diventare essenziale per un successo enorme nel medio e lungo termine.

 In questo articolo ne vogliamo parlare in maniera più approfondita, cercando di capire quali sono le implicazioni pratiche, e vedendo quelle che possono essere alcune attività che sono adatte alle esigenze specifiche di un’azienda che organizza eventi e feste.

 Teniamo presente che quando si parla di team relativamente al building non ci si riferisce un’attività di svago, ma a un processo che serve per migliorare la comunicazione, la collaborazione e soprattutto la coesione all’interno di una squadra, che in questo caso si occuperà di organizzare feste e eventi.

 In questo settore infatti il lavoro di squadra è fondamentale quando si parla di pianificare, e poi seguire in maniera impeccabile un evento: ed ecco perché puntare sul team building diventa una cosa strategica, perché migliorerà la fiducia reciproca tra i membri del team, promuovendo un ambiente lavorativo produttivo e riducendo i conflitti.

 Ovviamente questo discorso vale in ogni settore, ma in questo caso ancora di più, perché si tratta di lavorare insieme in maniera coordinata ed efficace. Sono proprio gli esperti di questo settore a sostenere che un evento di successo richiede una gestione precisa, una pianificazione dettagliata, ma soprattutto una risposta veloce ed eventuali imprevisti.

 Per arrivare a questo risultato ci sarà bisogno di un team coeso che dovrà riuscire ad affrontare queste sfide in maniera creativa e con fiducia, garantendo per i clienti un’esperienza memorabile.

 Quali sono le attività in tal senso adatte a questo settore

 Nell’ottica di migliorare l’unità all’interno di un team un’azienda soprattutto nel settore degli eventi può adottare in teoria tutta una serie di attività mirate come per esempio la simulazione di una pianificazione di un evento, che servirà per mettere alla prova le capacità decisionale e organizzative della squadra, consentendole di affinare l’abilità in un ambiente però più controllato e protetto.

 Ci sono anche altre attività che aiutano i membri del team a comprendere meglio il loro ruolo sviluppando una maggiore fiducia nelle proprie potenzialità. Ci riferiamo per esempio ai giochi di ruolo, che servono per gestire lo stress oppure all’attività di costruzione di un evento partendo da zero.

 Però per avere successo in questi casi c’è bisogno di coinvolgere tutti i dipendenti in queste attività, perché in questo modo aumenterà il senso di appartenenza, ma soprattutto gli consentirà di contribuire con la loro unicità a questa sfida.

 Lo scopo sarà quello di migliorare la comunicazione dentro l’azienda, facilitando la risoluzione rapida dei problemi e lo scambio di informazioni, dovendo anche valutare i risultati, per poi misurare l’impatto e capire se si può migliorare.

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Con l’espressione animazione educativa si intende l’utilizzo dell’animazione in educazione, ovvero l’impiego dei metodi e delle tecniche ludico-espressive per realizzare dei processi educativi. In poche parole, l’animazione educativa rappresenta la traduzione del gioco in uno strumento pedagogico.
L’animazione educativa si basa sull’idea che le attività educative siano efficaci solo se vengono “animate”, proposte con “anima”, offrendo significati esistenziali, sociali, affettivi e cognitivi. Pertanto, l’animazione educativa, oltre a comprendere il concetto di divertimento (che caratterizza pratiche relative a un certo tipo di animazione, che rimanda alle vacanze, al turismo, alle feste), è finalizzata al cambiamento, alla crescita, a una maggiore conoscenza e consapevolezza di sé.
L’idea di coniugare animazione ed educazione, ludicità ed istruzione, sta alla base delle esperienze dell’attivismo pedagogico che ebbe origine alla fine del XIX secolo. L’educazione attiva, secondo John Dewey, esponente principale di questo metodo educativo, doveva includere tanto il gioco quanto il lavoro, doveva tenere presenti sia gli aspetti culturali richiesti dalla società sia le caratteristiche uniche e irripetibili dei singoli allievi. Infatti, si riconosceva che il gioco, nonostante sia retto da un sistema di regole, concede agli allievi di esprimersi creativamente, in quanto essi hanno un peso nell’interpretazione o modifica delle regole stesse. Così, caratterizzando il lavoro con l’atteggiamento proprio del gioco, si cercava di dare anima al lavoro scolastico rendendolo ludico, ma non dispersivo ed evasivo.
Tuttavia, l’origine dell’animazione educativa, così com’è definita, come animazione legata ai processi educativi, che si avvalgono di metodologie e tecniche ludico-espressive per coniugare anima e azione, è molto più recente. L’animazione educativa è apparsa in Italia alla fine degli anni sessanta come forma di protesta contro una scuola tradizionale, rigida e statica, che si riteneva avesse bisogno di un intervento trasformativo, che desse anima ai contenuti e ai metodi scolastici. A tal fine occorreva valorizzare attività creative, espressive, artistiche e ludiche, soprattutto da svolgere in gruppo, promuovendo l’interazione e la comunicazione. Questa strada venne intrapresa inserendo persone esterne alla scuola, gli animatori, il cui intervento era distinto da quello dell’insegnante. Questi doveva farsi carico del processo di apprendimento, per la cui attuazione gli strumenti espressivi non erano considerati un elemento esclusivo. Infatti, si tendeva a separare il serio dal divertente, il culturale dall’espressivo.
Con gli anni l’animazione educativa si è sviluppata attraverso studi e tecniche relative al lavoro e alle dinamiche di gruppo, alle attività creative e ludiche, finalizzate a favorire la partecipazione e la cooperazione e a facilitare il processo di insegnamento/apprendimento e di crescita, veicolando messaggi educativi e significativi. In altre parole, l’animazione educativa ha soprattutto lo scopo di sviluppare le potenzialità dei ragazzi, valorizzando le loro peculiarità e al contempo la dimensione del gruppo, come luogo elettivo per costruire conoscenze e sviluppare competenze. Si tratta, dunque, di predisporre le condizioni di accoglienza, serenità, condivisione, ascolto, fiducia e aiuto reciproco, promuovendo un atteggiamento ludico non solo in ciò che si propone, ma anche nel modo in cui si fa e nel senso che se ne dà. (Wikipedia)