Team Building

Il Team Building  è letteralmente la costruzione del gruppo, un potente strumento a disposizione delle aziende per aiutare le persone a lavorare insieme nel modo giusto e ottenere risultati di business altamente soddisfacenti.

Infatti, sono sempre di più le aziende che comprendono l’importanza del team building e ne trasmettono la consapevolezza ai propri dipendenti, soprattutto quando il gruppo si trova in condizioni di stress o non riesce ad essere particolarmente performante.  coordinarsi con i componenti della propria squadra, lavorare in un team coeso, significa non solo stare bene con se stessi ma anche garantire risultati migliori dentro e fuori dal proprio ufficio.

Spesso, per definire il team building si utilizza la metafora della squadra di calcio, un insieme di persone che si mettono in gioco, ciascuno con le proprie individualità, ma tutti ugualmente importanti ai fini della vittoria. in una squadra, il singolo deve sfoderare il proprio talento e le proprie abilità ma senza cedere alla tentazione di raggiungere il risultato da solo; in un’azienda l’approccio collaborativo è particolarmente importante e prezioso, anche per rafforzare le relazioni interpersonali, risolvere i conflitti e migliorare la comunicazione.

un team che lavora bene insieme è un team di successo che conduce l’azienda al raggiungimento di rilevanti risultati business. ecco perché è necessario che il titolare dell’azienda sia attento all’implementazione continua e costante del team building per vincere le sfide imposte dal mercato che ogni giorno risultano essere più complesse e impegnative. esistono numerose attività di team building che possono essere attivate per fare lavoro di squadra, vediamone alcune. team building formativo e team building ludico

team building significa fare lavoro di squadra e poter disporre di una patrimonio di esperienze, competenze, idee, significa formazione continua e apprendimento costante per crescere non solo dal punto di vista professionale, ma anche dal punto di vista personale. le attività di team building possono essere di diversa natura, possiamo parlare di attività formative e ludiche, indoor o outdoor, ma tutte sono accomunate dall’obiettivo di costituire un gruppo coeso e motivato.

il team building formativo è caratterizzato da una serie di attività strutturate, a seguito di analisi dei bisogni, che terminano con la consapevolezza dei partecipanti di aver raggiunto un risultato e di aver attivato un cambiamento nel proprio modo d’essere, di lavorare e di approcciare al gruppo; il team building ludico invece, o team game, si contraddistingue per il tipo di esperienza: il fine, in questo caso, è consentire ai partecipanti di sentirsi un gruppo e vivere un’esperienza divertente di coesione e appartenenza ad un team, generando, al contempo, una riflessione su quanto sia soddisfacente lavorare in contesti relazionali piacevoli.

solitamente il team building formativo si articola in diversi giorni, almeno un paio, con un numero di partecipanti variabile, da 5 a 30 persone. è articolato in corsi strutturali, durante i quali i partecipanti ricevono una formazione frontale, naturalmente con la possibilità di interagire per risolvere eventuali conflitti e migliorare la comunicazione tra i partecipanti.

il team building ludico, invece, si basa su attività legate ad un modello esperienziale a scopo aggregativo: caccia al tesoro, corse in go-kart, centri benessere, rafting, corsi di cucina sono tutte esperienze che consentono ad un team di sviluppare empatia, contatto e dunque di migliorare le dinamiche all’interno del gruppo.

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Con l’espressione animazione educativa si intende l’utilizzo dell’animazione in educazione, ovvero l’impiego dei metodi e delle tecniche ludico-espressive per realizzare dei processi educativi. In poche parole, l’animazione educativa rappresenta la traduzione del gioco in uno strumento pedagogico.
L’animazione educativa si basa sull’idea che le attività educative siano efficaci solo se vengono “animate”, proposte con “anima”, offrendo significati esistenziali, sociali, affettivi e cognitivi. Pertanto, l’animazione educativa, oltre a comprendere il concetto di divertimento (che caratterizza pratiche relative a un certo tipo di animazione, che rimanda alle vacanze, al turismo, alle feste), è finalizzata al cambiamento, alla crescita, a una maggiore conoscenza e consapevolezza di sé.
L’idea di coniugare animazione ed educazione, ludicità ed istruzione, sta alla base delle esperienze dell’attivismo pedagogico che ebbe origine alla fine del XIX secolo. L’educazione attiva, secondo John Dewey, esponente principale di questo metodo educativo, doveva includere tanto il gioco quanto il lavoro, doveva tenere presenti sia gli aspetti culturali richiesti dalla società sia le caratteristiche uniche e irripetibili dei singoli allievi. Infatti, si riconosceva che il gioco, nonostante sia retto da un sistema di regole, concede agli allievi di esprimersi creativamente, in quanto essi hanno un peso nell’interpretazione o modifica delle regole stesse. Così, caratterizzando il lavoro con l’atteggiamento proprio del gioco, si cercava di dare anima al lavoro scolastico rendendolo ludico, ma non dispersivo ed evasivo.
Tuttavia, l’origine dell’animazione educativa, così com’è definita, come animazione legata ai processi educativi, che si avvalgono di metodologie e tecniche ludico-espressive per coniugare anima e azione, è molto più recente. L’animazione educativa è apparsa in Italia alla fine degli anni sessanta come forma di protesta contro una scuola tradizionale, rigida e statica, che si riteneva avesse bisogno di un intervento trasformativo, che desse anima ai contenuti e ai metodi scolastici. A tal fine occorreva valorizzare attività creative, espressive, artistiche e ludiche, soprattutto da svolgere in gruppo, promuovendo l’interazione e la comunicazione. Questa strada venne intrapresa inserendo persone esterne alla scuola, gli animatori, il cui intervento era distinto da quello dell’insegnante. Questi doveva farsi carico del processo di apprendimento, per la cui attuazione gli strumenti espressivi non erano considerati un elemento esclusivo. Infatti, si tendeva a separare il serio dal divertente, il culturale dall’espressivo.
Con gli anni l’animazione educativa si è sviluppata attraverso studi e tecniche relative al lavoro e alle dinamiche di gruppo, alle attività creative e ludiche, finalizzate a favorire la partecipazione e la cooperazione e a facilitare il processo di insegnamento/apprendimento e di crescita, veicolando messaggi educativi e significativi. In altre parole, l’animazione educativa ha soprattutto lo scopo di sviluppare le potenzialità dei ragazzi, valorizzando le loro peculiarità e al contempo la dimensione del gruppo, come luogo elettivo per costruire conoscenze e sviluppare competenze. Si tratta, dunque, di predisporre le condizioni di accoglienza, serenità, condivisione, ascolto, fiducia e aiuto reciproco, promuovendo un atteggiamento ludico non solo in ciò che si propone, ma anche nel modo in cui si fa e nel senso che se ne dà. (Wikipedia)